Welfare aziendale metalmeccanici: cosa è bene sapere
Il Welfare aziendale metalmeccanici è uno strumento messo a disposizione per i lavoratori e le lavoratrici nel settore metalmeccanico. Tale strumento è previsto all’interno del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro ed è stato ideato tramite un accordo fra i movimenti sindacali CGIL, FIM e UILM e Federmeccanica-Assistal. L’accordo rimane in vigore fino al 30 giugno 2024 dopodiché dovrà essere confermato e aggiornato. Il Welfare aziendale metalmeccanici non erogato può costituire un problema per l’azienda, dato che l’erogazione del Welfare è divenuta di fatto obbligatoria.
Nello specifico, in che cosa consiste questo strumento? Si tratta di benefit a sostegno dei lavoratori di ordine commerciale, formativo, assistenziale, eccetera. In pratica, chi rientra nel settore metalmeccanico può usufruire di buoni spesa, servizi di istruzione e di formazione per sé stesso o per i familiari a carico, nonché delle formule assistenziali al fine di favorire un approccio meno complesso tra la presa in carico di un familiare inabile e il lavoro.
Lo strumento non va a vantaggio solo dei lavoratori bensì anche per le aziende, poiché possono erogare tali servizi anticipando il costo per poi essere scaricati e quindi rientrare nelle spese amministrative. In questo modo, l’azienda potrà dimostrare ai propri dipendenti di prendersi cura delle loro esigenze soprattutto se andrà a spianare alcune problematiche legate alle richieste di lavoro. Per esempio, aiutando con dei buoni carburante o spesa se il problema principale dei dipendenti è far quadrare il bilancio familiare.
Panoramica generale sul Welfare aziendale metalmeccanici
Il Welfare aziendale metalmeccanico è in vigore dal 26 novembre del 2016, sebbene la validità divenne effettiva solo a giugno 2017. L’importo totale erogato era pari a cento euro, salito a centocinquanta euro nel 2018 e poi a duecento euro negli anni successivi. Come abbiamo visto nei paragrafi di apertura si tratta di benefit che vengono erogati nel mese di giugno a favore dei lavoratori di un’azienda nel settore della metalmeccanica.
Il contributo è valido per tutti i lavoratori? Rientrano nei parametri di erogazione del Welfare aziendale metalmeccanici secondo quanto stabilito dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro i lavoratori a contratto indeterminato, attivo dal primo giugno dell’anno di riferimento e solo dopo aver superato il periodo di prova, e i lavoratori a contratto determinato con almeno tre mesi di anzianità all’attivo in azienda. Non sono previsti benefit per i lavoratori a chiamata o quelli assunti a tempo determinato con un solo mese di lavoro all’attivo.
Bisogna fare attenzione alla scadenza, poiché i benefit non hanno una validità infinita. Difatti, il termine ultimo di utilizzo dei benefit è fissato per il 31 maggio dell’anno successivo. Prendendo come esempio i benefit erogati quest’anno a giugno, dovranno essere utilizzati entro il 31 maggio del 2024. I benefit non possono essere ceduti a terzi se non nella forma di utilizzo, come nel caso dei lavoratori con i figli o con parenti a carico per i servizi formativi e assistenziali.
Benefit di ordine commerciale o riservato ai servizi di sostegno
Si possono dividere i benefit del Welfare aziendale metalmeccanici in due tipologie: quelli destinati al consumo e quindi di ordine commerciale, e quelli sotto forma assistenziale e di sostegno. I primi sono i più utilizzati poiché risolvono la maggior parte delle problematiche generali dei lavoratori. Si tratta di distribuire buoni pasto spendibili nei supermercati, buoni carburante per auto o buoni per i servizi pubblici, e buoni acquisto di varia natura spendibili nei negozi convenzionati.
Il secondo tipo di benefit interessa i servizi di istruzione ed educazione e comprende le tasse scolastiche, le spese per i campus estivi e le certificazioni ottenute attraverso un percorso formativo. I benefit con finalità assistenziali e assicurative servono per pagare le spese nelle strutture ospedaliere, di ricovero o le spese mediche di familiari a carico non autosufficienti, siano esse dovute a domicilio o in strutture specifiche.
Grazie a questa soluzione il lavoratore può contare sul contributo senza richiedere permessi e ferie per seguire un familiare in difficoltà, nonché l’azienda può promuovere il servizio di babysitteraggio tramite la distribuzione di un contributo finalizzato allo scopo. In questo modo l’azienda abbassa il rischio di assenteismo e allo stesso tempo aiuta i propri dipendenti nella gestione familiare.
Per questo motivo, l’azienda deve informarsi su quali siano le reali necessità dei propri lavoratori e creare un sostegno adeguato alle richieste. Uno dei metodi più efficaci per ottenere queste informazioni è utilizzare un modulo per sondaggi o proporre dei questionari online, anche in forma anonima, così da estrapolare le soluzioni più efficaci.